Azzardo, prioritaria la tutela della salute

Azzardo, prioritaria la tutela della salute

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Spiace leggere le gravi affermazioni che il Sapar, l’associazione nazionale per i Servizi, Apparecchi per le Pubbliche Attrazioni Ricreative, che ci rivolge sul tema del gioco d’azzardo e sul distanziometro a mezzo stampa, atteso che la Comunità Oasi2 è stata sempre disponibile al confronto e al dialogo diretto. È passato appena un mese dal convegno che, d’intesa con l’Ambito Territoriale Trani-Bisceglie, abbiamo organizzato a Trani e a cui lo stesso presidente della delegazione Puglia del Sapar, Domenico Distante, ha partecipato, contribuendo in modo proficuo al dibattito su un tema che, come ben dice, è complesso e articolato.

Vogliamo pertanto partire proprio dall’intervento di Distante e da quello dei suoi colleghi che, sebbene in forme e con accenti diversi, hanno evidenziato la necessità di adottare strumenti, diversi e multi livello, per ridurre e contrastare il gioco d’azzardo patologico di cui i gestori, come hanno ben rappresentato, sono spesso impotenti osservatori.

Entriamo dunque nel merito. I dati che abbiamo riportato sono riferiti agli studi ISPAD, l’Italian Popolation Survey on Alcohol and Drug, e ESPAD, European School Survey Project on Alcohol and other Drugs. A questi, si aggiunge il nostro report sugli interventi in tema di gioco d’azzardo patologico che abbiamo prodotto e presentato proprio durante lo stesso convegno. Siamo ovviamente a disposizione per condividere dati, valutarli e commentarli insieme, anche incrociandoli con le fonti citate dal Sapar. Resta fondamentale, per la nostra Comunità, la centralità della persona, la tutela della salute della persona, costituzionalmente sancita, in base a cui anche la presenza – per assurdo – di un solo giocatore patologico nel nostro territorio richiederebbe servizi, interventi, misure di tutela. È questa la nostra mission, non certo altre ragioni che Distante adombra e che respingiamo con forza al mittente.

Il distanziometro e, più in generale, la regolamentazione locale degli esercizi, non è di certo lo strumento sufficiente per il contrasto del fenomeno e la tutela dei giocatori a rischio. Allo stesso tempo, però, ci sembrauno strumento necessario, data la pervasività del fenomeno. Con l’adozione del distanziometro, lo Stato e gli enti locali tutti dichiarano formalmente “incompatibile geograficamente, non in assoluto, quella attività con la vita sociale e civile delle città nei luoghi di presenza di minori, giovani e altre fasce sensibili”. Dunque una misura di contrasto fortemente  simbolica, non certo l’unica, ma necessaria e urgente, atteso che il Testo Unico e cui il Sapar fa riferimento è ben lungi da venire e, nel recente passato, ha trovato tanti e tanti ostacoli in Parlamento e fuori. All’iter parlamentare farraginoso e lento, si contrappone per contro l’emergenza del fenomeno che si consuma, e i gestori ne sono testimoni, nei luoghi fisici d’accesso.

Sì, c’è anche il gioco on line che merita, proprio nell’ottica di complessità a cui il Sapar fa cenno, altri strumenti di regolamentazione e intervento. Ed è per questo, per questa complessità, che bisogna intervenire sia sui punti fisici d’accesso che su quelli on line: non è possibile giustificare la pervasività del fenomeno delle nostre città solo evocando l’infinità disponibilità di ciò che accade on line.

L’importanza della regolamentazione, di cui il distanziometro è uno degli strumenti, permetterebbe anche di avere un maggiore controllo sul fenomeno, comprese le sue derive di illegalità e le infiltrazioni della criminalità organizzata di cui già oggi raccontano le cronache dei quotidiani e molte inchieste in corso, senza che alcun distanziometro sia in vigore.

Questo è il nostro punto di vista, dentro il solco del nostro impegno quotidiano per la tutela della salute e la vicinanza a chi si trova in condizione di fragilità. Ricordiamo a grandi lettere che è “il sistema famiglia ad essere colpito quando un giocatore vaglia la soglia del non-ritorno e/o del non-controllo del gioco. Quindi il gioco d’azzardo patologico colpisce il singolo e il suo “sistema di relazioni”. Siamo aperti al dialogo e al confronto, anche per comprendere meglio i dati denunciati dal Sapar e come un provvedimento a tutela della salute pubblica possa impattare così significativamente sulle unità lavorative per esercizi commerciali che non hanno solo l’offerta di gioco come asset di entrate.

Ribadiamo l’appello alla politica e al mondo dell’impresa responsabile. La salute deve essere priorità per tutti, e su questo non possiamo dividerci quanto, piuttosto, unirci in tutte le possibili forme di collaborazione.